Si riporta il testo della petizione e raccolta firme proposta dal Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi (Co.A.A.R.P.) e riportato nell'allegata locandina.
Questo comitato spontaneo nasce dall’unione delle istanze provenienti da agricoltori e cittadini di tutta la Regione Piemonte, a causa dell’INSOSTENIBILITÀ del numero di individui costituenti le popolazioni di CINGHIALI presenti sul territorio regionale.
I componenti del comitato, vivendo in una realtà rurale, riportano e sottoscrivono insieme le problematiche di seguito elencate, causate dalla presenza massiccia di questo ungulato. Nel corso degli anni questa pressione è cresciuta progressivamente, anche se in modo disomogeneo a seconda degli areali, determinando importanti ripercussioni su diversi fronti a tal punto da considerare questa specie invasiva:
a. DANNI INGENTI IN TUTTI I COMPARTI AGRICOLI; la presenza di branchi di cinghiali composti da un numero incontrollato di esemplari, fa si che questi animali si nutrano liberamente sui terreni coltivati distruggendo il raccolto. Tutto ció determina contemporaneamente, in capo all’agricoltore, una riduzione dei ricavi e aumento dei costi aziendali. L’imprenditore agricolo, per poter garantire un reddito dignitoso a sé e alla propria famiglia, deve intervenire anche sull’organizzazione aziendale; gli effetti sono già visibili in moltissime realtà rurali: generale semplificazione dei sistemi colturali, impossibilità di coltivare colture, anche di pregio, storicamente presenti sui territori (es: vite, nocciolo), con conseguente maggiore rischio di abbandono e degrado degli areali interessati. La scomparsa dell’agricoltura dai territori indubbiamente si rifletterà in modo negativo sull’occupazione e sul turismo rurale.
b. DANNI AGLI ECOSISTEMI, in quanto il cinghiale non danneggia solo le coltivazioni ma la sua azione si ripercuote anche su prati polifiti riducendo le specie presenti, danneggia sottoboschi, piccola fauna e avifauna nidificante a terra, con conseguente danno alla biodiversità. Inoltre si è potuto verificare che il cinghiale puó compromettere le tartufaie;
c. RIDUZIONE DELLA SICUREZZA STRADALE sulla viabilità principale e secondaria, con ripetuti incidenti stradali principalmente nella fascia oraria dall’imbrunire all’alba. I cinghiali, trovandosi a ridosso di strade urbane ed extra-urbane, mettono in pericolo la vita delle persone che, dalle aree più lontane dai comprensori urbani, si spostano con autovetture e motociclette per motivi di lavoro o altre necessità;
d. MAGGIORE RISCHIO DI PROPAGAZIONE DI MALATTIE che possono trasmettersi agli animali selvatici. La vicinanza ai confini italiani di una patologia nota come PSA (Peste Suina Africana), impone una maggior severità nei controlli delle popolazioni di cinghiale in quanto specie "bersaglio". Per prevenire la diffusione di quest’ultima al momento non esistono vaccinazioni, ma solamente norme di biosicurezza e prevenzione igienico-sanitaria: un'eventuale introduzione e diffusione della stessa a livello di allevamenti suinicoli, comporterebbe un enorme danno per la filiera stessa derivante dall’abbattimento di migliaia di capi. Questo, ovviamente, non è l’unico rischio sanitario, ma attualmente è da considerarsi di massima attenzione.
Visto quanto sopra descritto, ci appelliamo a tutti gli operatori del settore agroalimentare, agli amministratori degli enti pubblici e a tutta la cittadinanza, affinché CI SOSTENGANO in questa difficile situazione che perdura da diversi anni e che ha raggiunto un livello ormai insostenibile, SOTTOSCRIVENDO QUESTA PETIZIONE.
I moduli per la sottoscrizione sono disponibili presso gli Uffici Comunali (scadenza 31/03/2022).